di Federico Manunza e Gabriel Rambaldi - VARSAVIA - Il 3 aprile 1940 il Commissariato del popolo per gli affari interni della RSFS Russa iniziò il massacro dei soldati polacchi fatti prigionieri nel 1939. Furono tante le località dell'eccidio, simbolo di essi è fino ad oggi la foresta di Katyń. L'eccidio aveva un solo scopo - eliminare le elite della società polacca, che era la sola ad essere colpevole della propria identità. Nel massacro furono uccisi 22 mila ufficiali e soldati, funzionari di polizia e membri di altre formazioni. Furono trucidanti anche civili: professori, ingeneri ed avvocati. Erano i migliori esponenti della nazione polacca. Fra di loro c'erano anche cognomi stranieri. La Polonia nel 1939 non era un paese omogeneo. La società era composta da vari gruppi etnici e nazionali: Polacchi, Ebrei, Lituani, Bielorussi, Ucraini e Tedeschi, e altri numerose minoranze. I membri della sezione giovanile della Società Dante Alighieri in Varsavia hanno ritrovato 7 cogn